La psicoterapia è una opportunità per migliorare la nostra vita al fine di sciogliere dei nodi che ci angustiano da tempo o per superare momenti difficili che creano dei blocchi alla nostra esistenza.
Un tempo non troppo lontano lo psicologo era lo strizzacervelli che, come un mago con pozioni e incantesimi, si addentrava nei meandri della psiche del povero paziente considerato matto, malato di nervi come si diceva.
Il solo varcare la soglia dello studio dello psicostregone era fonte di vergogna e bassa stima di sè, tanto che era un segreto da non rivelare ad anima viva.
Fortunatamente di acqua sotto i ponti ne è passata e qualcosa è cambiato in questo ombroso scenario.
Lo psicologo non va considerato come un amico con cui scambiare due chiacchiere, ma una persona che aiuta e mette i suoi anni e anni di studio, la sua esperienza, la sua professionalità, la sua etica, il suo ascolto e tutto il suo impegno per cercare di dare un senso al malessere della persona che ha di fronte al fine di liberarla dai sortilegi che la fanno star male.
Sortilegi che hanno i nomi più disparati: ansia, attacchi di panico, stress, fobia, depressione, ossessione, disturbi di personalità, ipocondria, anoressia, bulimia, alcolismo, dipendenza da sostanze.
Questi disturbi finiscono con il compromettere la normale vita quotidiana: le relazioni sociali, il rapporto di coppia, le relazioni familiari, l’ambito lavorativo o lo studio.
L’obiettivo finale è quindi “sciogliere il maleficio”, curare e promuovere il benessere del soggetto, potenziarne le risorse, facilitare la comunicazione e migliorare gli aspetti relazionali.
Non che magicamente con una pozione lo psicoterapeuta riesca a risolvere tutto; servono una puntina di impegno e una spruzzatina di costanza e collaborazione da parte dei pazienti, una manciata di coraggio perché per arrivare alla luce si devono anche affrontare tunnel oscuri e tenebrosi.
Lo psicoterapeuta non è quindi nella mia ottica Sistemico Relazionale un osservatore distaccato, ma si arma di torcia, zaino, moschettoni per uscire dalla oscurità della grotta insieme al paziente, suo compagno di viaggio.
Il lavoro di terapia si configura come una cura e una co-costruzione, dove paziente e terapeuta interagiscono dando ognuno il proprio contributo per fare sì che si aprano nuove possibilità e narrazioni alternative nella storia del soggetto.
E’ proprio nella relazione paziente-terapeuta che risiede il fattore più importante di progresso nella terapia.
”La psicoterapia ha luogo là dove si sovrappongono due aree di gioco, quella del paziente e quello del terapeuta. La psicoterapia ha a che fare con due persone che giocano insieme.”
Donaldson Woods Winnicott
E se proprio volete saperlo forse un pizzico di magia non guasta, perché, come ha scritto il direttore della Scuola di Specializzazione da me frequentata Gianmarco Manfrida:
“La psicoterapia è l’ultima attività magica che alcuni di noi praticano usando se stessi e la parola per cambiare la realtà”.
Grazie per il tempo da voi concessomi, vi aspetto al mio studio a Lucca
Martina Perini
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